Pittura

Solo exhibition: “KATA LOGON – la poetica del tempo (trascorso)”

Ponendosi come risultato finale della discussione di tesi che avverrà nella sessione di febbraio 2020, “KATA LOGON – la poetica del tempo (trascorso)”, cerca di diventare opera di per sé. Il suo intento, è quello di rendere chiara una visione del tempo differente, non cronologico, ma cairologico: diviene fondamentale la cura del momento, preso nella sua caratteristica di non-(ri)presentazione, e analizzato secondo il concetto per cui ognuno abbia una propria unicità. Quell’unicità che, sommata nel suo trascorrere, porta alla risultante dei nostri giorni, dei nostri anni e alla consapevolezza che siamo il frutto di quanto abbiamo vissuto.

Non è necessario dare al tempo un’accezione quale “presente”, “passato”, “futuro”, poiché si va a fare riferimento a un modo di viverlo che Agostino faceva coincidere con la capacità di percezione sensibile che appartiene all’essere umano. Sentire il circostante, per vivere a pieno gli istanti che si dispongono.

“KATA LOGON – la poetica del tempo (trascorso)” è una mostra collettiva di sei giovani artisti (Aurora Augenti, Silvia Bottero, Giselle Cantonetti, Laura Capriglia, Amedeo Longo, Leopoldo Morresi) che, nel loro percorso artistico e umano, si trovano a condividere e convivere lo stesso tempo e a renderlo in uno scambio equilibrato ed empatico. Gli artisti sono stati chiamati a sviluppare autonomamente lo stesso tema della tesi per realizzare una mostra collettiva negli spazi del RUFA Space di via degli ausoni. In ogni opera vi è una nota di richiamo delle altre, senza andare a sommarsi all’identità individuale, ma ponendosi come un’ulteriore libertà di osservazione dell’insieme.

La mostra, che verrà esposta dal 24 al 28 febbraio, a partire dalle 18:00, presenta cinque installazioni e un’opera fotografica, oltre che un ritratto fotografico e uno scritto per ognuno degli artisti invitati che espone, a eccezione di Silvia Bottero. La mostra è infatti la resa finale del lavoro di laurea di Silvia Bottero che si pone anche come curatrice.

L’esposizione è pensata a dimostrazione di quanto tempo si celi dietro la creazione di affinità elettive e della gratitudine che si ripone nei confronti di chi si accompagna quotidianamente, ai nostri passi e di quanto, inconsciamente, ne facciano parte nel concreto.

In questo modo, le persone diventano aggiunta, chiave di lettura, meccanismo di questa poetica che si propone come fulcro del nostro continuo divenire.