Nell’ambito della quarta edizione del Re:humanism Art Prize, le classi del primo e del secondo anno del biennio di Multimedia Arts & Design presentano Rhizomatic Time, una mostra collettiva all’interno del RUFA Space.
Opening: mercoledì 18 giugno 2025 dalle 18:00 alle 20:00 – RUFA Space, via degli Ausoni, 7.
Se un albero ha un tronco, radici e rami ben definiti, che implicano linearità, gerarchia e centralità, un rizoma cresce orizzontalmente, in modo imprevedibile, senza un inizio o una fine prestabiliti. Resiste all’ordine, abbraccia la molteplicità e prospera nell’intreccio. Questa mostra si ispira proprio a quella stessa logica.
Le opere in mostra nascono da una riflessione collettiva su come la tecnologia plasmi la nostra comprensione del tempo, della conoscenza e dell’intelligenza. Andando oltre l’idea di progresso lineare e di logiche antropocentriche, i progetti esplorano modalità di pensiero più fluide, decentralizzate e interconnesse. Immaginano nuove forme di dialogo tra natura, macchine e corpo umano, mettendo in discussione i sistemi dominanti di controllo, classificazione e percezione. Rhizomatic Time, anziché proporre risposte fisse, invita a una relazione con il mondo aperta, plurale e interconnessa. Il tempo non è qui una linea retta, ma una rete fluida, frammentata, e in costante mutamento.
I due progetti, realizzati dai collettivi Pascolo Abusivo e Inlet, esprimono ciascuno a proprio modo quest’ idea di pensiero rizomatico.
I due progetti esposti: «Mantis» e «Encountering Digital Dreams»
❯ Il primo progetto si intitola Mantis ed è ideato dal collettivo Pascolo Abusivo. In un momento in cui il rapporto tra natura e tecnologia è spesso compromesso da sentimenti diffusi di paura e angoscia, timori alimentati dagli aspetti sconosciuti dell’intelligenza artificiale e da sistemi tecnologici che riproducono logiche di potere coloniali, Mantis propone una visione più fiduciosa ed equilibrata. Invece di immaginare un futuro distopico, suggerisce una forma di riconciliazione: un modo di connettersi, anziché dominare o temere. In questa visione, la tecnologia agisce come traduttrice e mediatrice, contribuendo a costruire nuove connessioni tra esseri umani, piante e macchine.
Da questa prospettiva, la macchina non è un’interfaccia fredda o distante, ma uno strumento che apre varchi, dischiudendo nuove forme di pensiero non lineari, decentralizzate e plurali. Ci aiuta a entrare in contatto con altre forme di intelligenza, come quella della radice. Seguendo la logica del rizoma, una struttura vegetale composta da rami sotterranei e crescita intrecciata, Mantis si fa simbolo di un’esperienza non gerarchica, interconnessa e complessa. La radice diventa una metafora vivente di un pensiero alternativo: collaborativo, relazionale e intrecciato. Ci invita a ripensare il nostro modo di comprendere e abitare il mondo, ascoltando in profondità la complessità degli ecosistemi, delle relazioni e del mondo più-che-umano che ci circonda.
❯ Il secondo progetto collettivo, Encountering Digital Streams di Inlet, indaga i confini fluidi tra natura e tecnologia, interrogandosi su come le nostre esperienze del mondo naturale vengano trasformate quando sono filtrate dai media digitali. Oggi, raramente incontriamo la natura in modo diretto: i nostri sensi sono spesso mediati da schermi, registrazioni e interfacce tecnologiche. L’installazione presenta due versioni della stessa cascata: una fisicamente presente, l’altra come suo doppio virtuale. Questo contrasto invita lo spettatore a riflettere su autenticità e percezione.
La versione digitale è forse meno “reale”? Come reagiamo, fisicamente ed emotivamente, di fronte al reale rispetto al virtuale? E cosa significa davvero “reale” in questo contesto?
L’opera esplora inoltre come la tecnologia digitale influenzi la nostra percezione del tempo. Elementi naturali come le cascate sono in continuo movimento: fluiscono, cambiano, si trasformano. I media digitali, al contrario, possono congelare o mettere in loop il tempo, offrendo una versione statica o infinitamente ripetuta di qualcosa che, per sua natura, non è mai fermo.. Questo crea una tensione tra la mutevolezza della natura e l’immobilità del digitale, un contrasto che apre spazi di riflessione. Mantenendo vive queste domande, Encountering Digital Streams ci invita a riconsiderare il nostro rapporto con il mondo naturale in un’epoca di contaminazione con le interfacce tecnologiche, e come questa relazione plasmi il nostro modo di vedere, sentire e comprendere ciò che ci circonda.
Il collettivo Inlet è composto da: Rachele Cominella, Angela D’Onghia, Cor Langerak, Lorenzo Tomassucci, Simona Vacca e Marta Zorzan.
Il collettivo Pascolo Abusivo è composto da: Silvia Baldo, Elisa Catalano, Giuseppe Di Capua, Raffaele Esposito, Annarita Debellis.
Assistenza all’allestimento: Anthony Tony Jugo.
Con la supervisione dei docenti: Daniela Cotimbo, Donato Piccolo e Giulio Pernice.
INFORMAZIONI
Inaugurazione: 18 giugno 2025 dalle 18:00 alle 20:00
Date: dal 19 giugno al 25 giugno 2025
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 20:00
Sede: RUFA Space, Via degli Ausoni 7 – Roma.