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«Quarantine mood”, il punto di vista sull’isolamento da parte di Alessandro Marinelli

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Una intensa storia d’amore quella che il documentarista e docente RUFA Alessandro Marinelli vive nei confronti delle periferie romane, in una sorta di rivisitazione contemporanea del percorso compiuto da altri illustri predecessori. È in queste aree della città, certamente meno turistiche, ma non meno dense di storie e personaggi, che ogni cosa trova una propria collocazione. La magia del cinema? Certo. Ma anche la capacità di inserire, come un puzzle, ogni tessera al suo posto. E in questa visione il quartiere di Tor Pignattara non è solo un contenitore, ma un dispensatore di emozione pura: nella silenziosa quarantena si ode il cinguettio degli uccelli, così come si osserva la vita di uno delle zone più multietniche della capitale che scorre sui terrazzi e sui tetti.

“Quarantine mood” – questo il nome del progetto diretto da Alessandro Marinelli, scritto e montato con Simona Messina – che è arrivato tra i 36 finalisti, selezionato tra oltre 1200 corti provenienti da 70 Paesi, del “Corona short film festival”, il primo “International Pandemic Short Film Festival”.
“L’idea di questo corto – spiega il docente RUFA – è nata in un pomeriggio di marzo, quando abbiamo scoperto di avere una terrazza condominiale che affaccia sui bei tetti di Tor Pignattara. Abbiamo osservato il quartiere da un punto di vista inusuale, cercando di catturare la vita che vedevamo intorno a noi. Con il nostro punto di vista che coincide con quello degli abitanti e il terrazzo che, durante la quarantena, si è trasformato in un punto di osservazione privilegiato per catturare bellezza e realtà”.

Il film, immediatamente veicolato sulle reti sociali, è diventato virale, allo scopo di comunicare il desiderio di ripresa insito in ogni essere umano. Tor Pignattara è così il simbolo di ogni città che nella poesia del suo territorio intende riemergere. Sulla pagina del sito del festival è possibile votare “Quarantine mood”.