Federica Pochini

Class of: 1998
Nationality: Italiana | Italian
Degree course: Scenografia

Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en Italiano y Inglés Estadounidense.

 
Federica Pochini nasce a Roma nel 1998, e presto si trasferisce fuori città, in un paesino poco distante dal mare.
Dopo un percorso di studi classici incerto ma altamente fortificante, decide di intraprendere la strada artistica, innamorata della magia del teatro greco.
Si laurea con il massimo dei voti in Scenografia e costume presso la RUFA-Rome University of Fine Arts, tre anni della sua vita pieni di impegno e soddisfazioni, che non solo le hanno dato la possibilità di formarsi come scenografa ma facendo crescere in lei la necessità di ampliare il suo profilo professionale estendendolo ad Art Director. Per questo motivo, decide di proseguire gli studi, uscire dal piccolo paesino vicino al mare e trasferirsi a Milano.
Proprio grazie alla sua tesi di laurea, riesce a vincere una borsa di studio presso una nota università di Moda e Design e attualmente frequenta un master in Digital Design incentrato sulle esperienze immersive.
Ha collaborato durante gli anni accademici a diversi spettacoli teatrali, tra cui “Rumors” andato in scena all’Ambra Jovinelli. Svolge un tirocinio curricolare, che poi si trasformerà in una prima esperienza lavorativa, come assistente Location Manager per la serie “Un Professore”, produzione Banijay Italia. Una volta terminato il percorso universitario, svolge come assistente scenografa di Francesco Filosa, il gioco televisivo “Wild Things: il bosco dei più pazzi” produzione Banijay Italia trasmesso su Boing.
 

H – Cirque du Soleil: quando i sogni costruiscono la realtà

“H – Cirque du Soleil: quando lo show punta alla sensibilizzazione” è il nome del mio progetto tesi ed è stato uno dei miei sforzi maggiori, in quanto frutto di un intero anno di lavoro. “H” è uno spettacolo ispirato da alcuni scritti riguardo il rapporto tra disabilità e fotografia, è un’opera di cui ho curato regia, scenografia e costumi, cercando di proporre una mia visione artistica in grado di risvegliare la percezione dello spettatore nei confronti del “diverso”.
Lo show è stato diviso in 4 scene fondamentali, basate sulle 4 retoriche visuali della dott.ssa Rosemarie Garland Thomson, una studiosa che nel corso della sua carriera ha indagato i diversi modi in cui l’uomo normodotato si comporta davanti a foto di persone con handicap.

Nascono così quattro scene (o quadri): Il Meraviglioso, L’Esotico, Il Sentimentale, Il Realistico, diverse situazioni in cui lo spettatore potrà osservare artisti del Cirque du Soleil ed atleti disabili lavorare insieme, in un momento di totale inclusione.

Sin dall’inizio della progettazione sono state affrontate diverse problematiche relative soprattutto all’imponenza strutturale delle idee proposte, che hanno però trovato soluzione in un’intensa ricerca relativa a tecnica e meccanica.
Lo spettacolo è stato realizzato all’interno del The Han Show Theatre, un edificio costruito appositamente per le arti circensi situato a Wuhan in Cina, in grado non soltanto di accogliere grandi opere ingegneristiche ma anche di esaltare il tono provocatorio di questo elaborato.
Un progetto diverso ed innovativo, che intreccia un concept delicato a delle complesse richieste sceniche.