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Tracks of Freedom – Urban Synaesthesia è il tema lanciato per l’edizione 2023 del progetto in coordinamento con SVA – School of Visual Arts di New York. Un’occasione irripetibile per gli studenti dei bienni RUFA nel cuore della Grande Mela.

 
Dieci giorni immersi nel mondo del visual design tra talk, visit studio e approfondimenti sociali e culturali con il Moma e il New York Times.
New York, città cosmopolita e simbolo della libertà, si trasforma nello scenario ideale per raccogliere l’energia e i sogni dei nostri studenti.

Il workshop ha l’obiettivo di interpretare il tema della Libertà in chiave sinestetica, andando a progettare con un approccio multidisciplinare, di rappresentare il dinamismo elettrizzante, la forza simbolica e creativa. Potranno essere utilizzate tutte le tecniche e i linguaggi della comunicazione contemporanea: brand identity, advertising, unconventional, motion graphic, interaction e multimedia design, photography e video. Ogni ibridazione, convergenza e sperimentazione dei linguaggi è benvenuta, nello spirito che sta caratterizzando l’intera Accademia RUFA.

Dal 9 al 19 maggio undici studenti guidati dai docenti e designer Mario Rullo ed Emanuele Cappelli, accompagnati dal nostro Direttore accademico Arch. Fabio Mongelli vivranno una full-immersion che coniuga studio e progettualità. Per gli studenti RUFA si riaprono le porte della School of Visual Arts di New York, una delle scuole di comunicazione più prestigiose al mondo. L’obiettivo è dare forma ad una “exchange experience” per declinare la contemporaneità nella sua essenza.

In questa visione d’insieme l’obiettivo è rimodulare il tema della “Libertà”, per rappresentare il dinamismo elettrizzante, la forza simbolica e creativa di New York, usando tutte le tecniche e i linguaggi della comunicazione contemporanea: dal brand identity all’advertising.
Buon viaggio e buon lavoro agli studenti RUFA: Lorenzo Bernardi, Giorgia D’Alessandro, Gaia Formigari, Francesco Paolo Incantalupo, Matilde Mion, Caroline Vikanes Moschin, Adriana Pagano, Mateo Proietti, Bianca Ricci, Serena Tobaldo, Beatrice Vio-Genova e il fotografo e videomaker Guido Leon Salerno Aletta.

I lavori prodotti saranno poi inseriti in un percorso espositivo e cognitivo che verrà installato nella sede RUFA Pastificio Cerere, nel cuore del quartiere San Lorenzo a Roma, per fornire un imprinting ancora più marcato alle finalità del progetto. “Tracks of Freedom”, per contenuti e obiettivi, s’inserisce perfettamente nel piano di internazionalizzazione che RUFA porta avanti da anni.

People

Emanuele Cappelli

Designer and Professor

Fabio Mongelli

Dean and Architect

Mario Rullo

Designer and Professor

Caroline Vikanes Moschin

Visual and Innovation Design student

Giorgia D'Alessandro

Visual and Innovation Design student

Gaia Formigari

Visual and Innovation Design student

Francesco Paolo Incantalupo

Visual and Innovation Design student

Lorenzo Bernardi

Visual and Innovation Design student

Mateo Proietti

Visual and Innovation Design student

Matilde Mion

Visual and Innovation Design student

Adriana Pagano

Visual and Innovation Design student

Bianca Ricci

Visual and Innovation Design student

Serena Tobaldo

Visual and Innovation Design student

Beatrice Vio-Genova

Visual and Innovation Design student
Guido Leon Salerno Aletta

Guido Leon Salerno Aletta

Photography student

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Se da un lato attendavamo questo giorno per presentare i nostri progetti, dall’altro non avremo voluto arrivasse mai, tant’è che Steven la proposta di rimanere un’altra settimana ce l’ha fatta 🙂 Dopo una nottata passata a preparare le presentazioni tenuti svegli dalla passione e, non per ultimo, fare le valige, eccoci pronti per una nuova giornata. Come ogni mattina un cappuccino al volo. In MFA SVA Design si respira un’atmosfera carica di energia, la tensione continua a crescere per quello che sarebbe stato il nostro momento. 2:00 pm. Si va in scena. Lita Talarico, Steven Heller e Matteo Bologna erano lì per dare ascolto alle nostre idee, a scovare le nostre passioni e, infine, a darci dei consigli per crescere ancora. 5 minuti di speech a racchiudere un mese di progettazione e 10 giorni ricchi di stimoli, che ci hanno fatto mettere in discussione. 5 minuti per trasmettere quanto siamo appassionati per il design. 5 minuti per far capire che nel progetto c’abbiamo messo il cuore. Progettare, dal latino proiectāre, significa gettare in avanti, proiettare. Questo è il nostro scopo, guardare avanti e progettare per un futuro migliore, Steven e Rita ne sono la prova. CHEERS! Tempo di saluti, per questa esperienza che ci ricorderemo per tutta la vita. Grazie a Steven, Lita e Louise per averci accolto e trasmesso la loro motivazione da educatori. Grazie Veronika, Matteo e Todd per la disponibilità e accoglienza. Grazie Gaia, Beatrice, Mateo, Giorgia, Caroline, Adriana, Francesco, Lorenzo, Matilde, Serena, Bianca e Guido per aver intrapreso questo viaggio con gli occhi da progettisti.

Grazie Emanuele, Mario e Fabio per averci accompagnato standovi accanto in ogni momento. Stanchi, ma felici con le valige cariche di nuove idee. (Serena Tobaldo)

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Oggi ci siamo svegliati con una brezza fresca che ci ha fatto sentire carichi di energia. È il penultimo giorno e come ultima tappa abbiamo visitato una nuova mostra dedicata all’icona del design degli anni ’60 e ’70, «Milton Glaser: POP». Siamo stati entusiasti di ammirare i suoi lavori più stravaganti, tra cui copertine di libri, album e riviste, poster e pubblicità. Ci siamo lasciati trasportare dai quasi 150 pezzi che provengono dalla collezione di Ilić e dagli Archivi Glaser, ospitati nella Biblioteca SVA. I suoi colori e le opere che ha creato ci hanno regalato tanta allegria, facendoci sentire parte di un mondo pieno di vita e di creatività. Dopo la mostra, alcuni di noi hanno deciso di fare un giro in un negozio di abbigliamento vintage, immergendosi ancora di più nell’atmosfera di questa città unica al mondo. Tutti ci siamo poi riuniti negli spazi del MFA Design per completare i nostri progetti sulla città di New York in vista della presentazione del giorno dopo. È stato bello lavorare insieme, concentrati su un progetto che ci ha messi alla prova e che sappiamo ci darà grandi soddisfazioni. Siamo rimasti a lavorare fino a tardi, spinti dalla passione e dalla determinazione di realizzare qualcosa speciale. Questa è stata l’ultima notte a New York così abbiamo deciso di brindare tutti insieme guardando il video riassuntivo dell’esperienza, lasciandoci travolgere dalle emozioni. Sorrisi, risate, ma anche qualche lacrima di fronte ai momenti indimenticabili che abbiamo condiviso insieme. (Mateo Proietti)

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Oggi per tutti la sveglia è suonata piuttosto presto, questo perché -purtroppo- il nostro viaggio volge al termine e la presentazione dei nostri progetti finali è sempre più vicina. Dopo il solito caffè bevuto in fretta, sistemando le ultime cose nello zaino, siamo giunti in SVA, dedicando l’intera mattinata all’elaborazione delle nostre presentazioni.
L’emozione che abbiamo provato in quei momenti di confronto con i professori è stata forte, così come l’impegno e la forza che stiamo impiegando per esprimere al meglio la nostra idea di freedom newyorkese. Nonostante l’entusiasmo di portare a termine i progetti, il desiderio di mangiare ci ha costretto ad interrompere il flusso, ed incamminandoci verso la sede principale del New York Times, abbiamo pranzato. Una volta arrivati, abbiamo incontrato le persone che rendono il New York Times uno dei giornali più importanti del mondo. Ad aprire l’incontro è stata Laura Forde, vicepresidente del reparto marketing, che ci ha illustrato la strategia utilizzata dal giornale. Abbiamo approfondito poi con Dalit Shalom il concetto di affidabilità del brand, così come con Shannon Robertson e Fred Bierman che ci hanno guidato in un viaggio alla scoperta della (forte) identità del giornale. Abbiamo infine avuto l’onore di assistere ad una lezione della creative director Gail Bichler, osservando i processi secondo cui si sceglie una buona copertina. Abbiamo concluso la visita con l’head of branding del giornale, Kelly Doe, che ci ha accompagnato nel museo del New York times, per poi presentarci le bellissime persone che lavorano nel suo team. La giornata si è così conclusa e la maggior parte di noi ha deciso di ritornare in housing a studiare. (Adriana Pagano)

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Tra un caramel macchiato e l’altro, è già passata una settimana dal nostro arrivo a New York: la città che non dorme mai ci travolge ogni minuto che passa nella sua frenesia, senza farci accorgere del tempo che scorre. Questa mattina, la sveglia delle 8, si è conciliata con una passeggiata tra i grattacieli dell’East Village, fino alla nuova sede dell’Accademia Cooper Union.
La struttura ospita corsi accademici di ingegneria, architettura, arte e design, ma soprattutto un ricchissimo archivio delle opere di Herb Lubalin. Ad accoglierci c’è Sasha Tochilovsky, ex studente dell’accademia e curatore dell’archivio, che da anni raccoglie masterpieces e pezzi unici con dedizione e passione. Progetti indipendenti, magazine di scalpore come Eros e Fact:, l’originale di AvantGarde e il preziosissimo New York City Transit Authority – Graphic Standard Manual, sono passati tra le nostre mani tra un racconto e l’altro, lasciando, pezzo dopo pezzo, stupore e ammirazione nei nostri occhi.
Ancora increduli, abbiamo saziato la nostra fame di curiosità con un bel hamburger, per poi dirigerci verso SVA per lavorare ai nostri progetti.
Alle 16 un’ospite cattura la nostra attenzione con una lecture speciale: Nick Heller, figlio di Steven Heller e Louise Fili, ci ha raccontato come è nata la sua carriera da talent scout newyorkese, senza nascondere le sconfitte e delusioni, incoraggiandoci a credere nelle nostre idee e nel nostro potenziale.
Dopo qualche consiglio sui luoghi iconici della Grande Mela da non perdere assolutamente, la giornata è terminata tra una revisione e l’altra. Stanchi, ma con ancora tanta voglia di lasciarci sorprendere. (Giorgia D’Alessandro)

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Dopo un’allegra serata in compagnia, ci siamo svegliati il giorno dopo pronti per esplorare l’High Line newyorkese, un parco costruito su una struttura ferroviaria elevata lunga circa 2.3km, che si estende da Gansevoort st alla 34th street concludendosi all’Hudson Yards.
Finita l’incantevole passeggiata in mezzo alla natura e ai grattaceli, siamo arrivati nel Meatpacking District, dove abbiamo pranzato con del cibo di strada in vero stile americano.
Dopo aver mangiato, ci siamo avvicinati alle porte del Whitney Museum, un museo d’arte moderna statunitense fondato negli anni trenta, dedicato principalmente alle opere di artisti americani. Ci siamo immersi in questa nuova dimensione artistica, ammirando una vasta collezione di opere d’arte, tra cui dipinti, sculture, fotografie, video e opere su carta. Saliti all’ottavo piano dell’edificio, siamo rimasti incantati dalla fantastica vista panoramica e ci siamo intrattenuti con qualche scatto fotografico. Terminata la visita, alcuni di noi si sono diretti verso l’housing di SVA, mentre altri hanno proseguito passeggiando per la città e scoprendo nuovi scorci della Grande Mela. (Caroline Vikanes Moschin)

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Oggi la sveglia è suonata per tutti ad orari diversi: alcuni sono rimasti a lavorare al progetto, mente altri hanno approfittato della mattinata libera per visitare la città. Ma alle 13 ci siamo riuniti tutti davanti al Tim Building per assaporare un lato insolito di New York. A guidarci, è stato Matteo Bologna, un importante visual designer di Mucca Design, che ci ha illustrato tutta la brand identity dello storico building portuale. Ci siamo immersi in questa esplosione di sapori e ci siamo poi diretti verso il ferry che ci ha portato verso Dumbo, una frazione di Brooklyn veramente suggestiva. Addentrandoci all’interno del quartiere, ci siamo concessi dei piacevoli pit-stop in allegra compagnia, sorseggiando una birretta e del buon sidro. Successivamente abbiamo avuto il piacere di scoprire una realtà nascosta: Raaka Chocolate Factory, che dal 2010 trasporta le persone nell’inebriante mondo del cioccolato artigianale, dal quale non potevamo fare a meno di assaporare un pezzetto. Il nostro tour ci ha poi condotto ad un vernissage all’interno di una residenza di un artista, piena di opere artistiche e stimoli visivi. La serata si è poi conclusa con tutto il gruppo riunito a giocare a curling per coronare i 20mila passi percorsi alla scoperta della New York più autentica. We’re looking forward for another fantastic day together! (Bianca Ricci)

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Oggi la sveglia è suonata alle 8 e, dopo una sana – o quasi – colazione americana, ci siamo diretti alla sede della SVA per lavorare assieme ai nostri progetti.
A darci la carica in questa intensa mattinata c’è la calda luce del sole riflessa sui grattacieli di Manhattan. Dopo un pranzo frugale a base di fast burrito, siamo stati accolti nel caloroso studio di Louise Fili.
Non ci si aspetterebbe da una designer del suo calibro di essere trattati con tanto affetto. Il suo studio è una vera e propria collezione di cimeli del suo lavoro di decenni, in cui lei ci ha guidato in maniera quasi materna. Questo ci fa capire come i più grandi designer siano quelli che, nonostante il successo, riescono a mantenere integro il loro lato umano.
Ancora inebriati di stimoli visivi ci siamo fatti trasportare dall’atmosfera di New York al tramonto verso la poster house: una tappa imperdibile per ogni visual designer.
È il terzo giorno e New York continua a sorprenderci, chissà cosa succederà domani. Non vediamo l’ora di scoprirlo! (Matilde Mion)

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La sveglia impostata alle 8am è stata alquanto inutile: molti di noi si son svegliati molto prima. Colpa del jetlag? Niente affatto. Questo 11 Maggio 2023 sarà da noi ricordato e raccontato per molto tempo. Dopo qualche ora dedicata ai progetti personali ci siamo incamminati come pellegrini verso quello che può essere considerato il Tempio del Graphic and Visual Design: Pentagram! Ad accoglierci con un fantastico sorriso Emily Oberman, tra le designer più importanti dei nostri tempi. Una breve presentazione e poi può cominciare l’incontro: sederci nella sala riunioni dove vengono sviluppati progetti che influenzano la cultura visiva mondiale ci ha letteralmente messo i brividi. Durante il talk sono stati passati in rassegna diversi lavori coordinati dalla Oberman e abbiamo avuto la possibilità di osservare il processo creativo e progettuale che ha prodotto identità visive come quella di Saturday Night Live, Film Independent, DC, Warner Bros e Wonka (film in uscita a dicembre 2023). Non è finita qui.
A distanza di un’ora, frastornati da quello che ci è subito sembrato un sogno, veniamo accolti al MoMa da Paola Antonelli, curatrice del Dipartimento di Architettura e Design del museo. Un vero onore ascoltare le sue idee ed opinioni ed essere indirizzati attraverso le mostre ospitate nei sei piani di edificio. Passano più di tre ore e dopo questa sana overdose di bellezza prendiamo direzioni diverse per intercettare attimi di libertà tra le strade e i parchi di New York. (Francesco Incantalupo)

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Ci siamo! Dopo quasi 24 ore senza dormire siamo arrivati nella Grande Mela. Un viaggio che sembrava infinito, ma con qualche bicchiere di vino in aereo ce la siamo passata.
Affrontato e battuto il jetlag oggi ci siamo diretti in sede SVA, dove Lita Talarico e Steven Heller ci hanno accolti con un sorriso e tanto calore. Dopo aver passato letteralmente 3 ore nella loro libreria abbiamo il piacere di conoscere Gail Anderson, che ci ha raccontato un po’ di storia della college.
Il caldo è quasi peggio di quello a Roma ma dopo una pizza alla newyorkese con pollo e salame (tocca dirlo, buona) ci dirigiamo verso Brooklyn per l’ultimo incontro della giornata: Gabriele Rossi di Accurat, Lorenzo Fanton, Vittorio Perotti di Yohoho ed Emiliano Ponzi. Tutte personalità incredibili che lavorano in uno spazio di coworking che ti faceva sentiva sentire a casa.
L’incontro diventa un momento davvero intimo e speciale, tutti si aprono con le loro esperienze per passarci qualche pillola di saggezza per il nostro futuro. La mia attenzione è per Lorenzo, che da quando l’ho scoperto ho sempre ammirato i suoi progetti e nella sua spontaneità mi ha lasciato una frase, che fa ridere ma che sotto sotto ha anche del vero: fake it ‘till you make it. Primo giorno partito in quarta ma si spinge subito sulla quinta. (Lorenzo Bernardi)

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RUFA torna a New York con i suoi studenti e i loro sogni. Siamo in partenza e abbiamo negli occhi le immagini mitiche descritte attraverso film, videoclip e poster.
Partiamo con la convinzione di fare un’altra grande esperienza, di assaporare il gusto del “tutto è possibile”, di agganciare, in quei luoghi, la nostra immaginazione. Vedremo strade piene di insegne che urlano e cieli aperti per ospitare i grattacieli, taxi gialli e numerosi. Vedremo la segnaletica disegnata da Massimo Vignelli. Visiteremo studi di design e vedremo scoiattoli nei parchi.
Vi racconteremo tutto questo ogni giorno. Il nostro sarà un diario di viaggio, un’esperienza quotidiana che vogliamo condividere con voi. Ci siamo. Pronti per partire. Pronti per sognare.