Silvia Cassetta

Docente RUFA di Storia del Design, Dottoranda RUFA in Cross Innovation Design for Cultural Industries

Dalla formazione multidisciplinare, maturata tra Ascoli, Milano, Londra e Roma, Silvia Cassetta sviluppa un approccio progettuale che intreccia architettura, design, danza e performance. Architetto iscritta all’Ordine della Provincia di Bari dal 200, laureata (Diploma accademico II livello) in coreografia all’Accademia Nazionale di Danza, affianca alla professione una costante attività di ricerca artistica e compositiva, dando vita a un linguaggio ibrido in cui spazio, corpo e luce si fondono.

È fondatrice del suo Atelier di composizione con sede a Roma e ha all’attivo esperienze professionali e progettuali in Italia e all’estero, tra cui collaborazioni a Milano con A. Ferlenga per la Triennale e a Londra con Design International. I suoi progetti spaziano dal design dinamico — come la collezione di lavabi Dancing Shape e l’utensile brevettato Pipoliva — alla performance, con interventi coreografici site-specific in contesti espositivi come il MAXXI di Roma, il Festival Demanio Marittimo KM-278 e Land Art al Furlo.

Dal 2024 è autrice del volume DanzaèArchitettura®, edito da Liberedizioni con prefazione di Pippo Ciorra, in cui approfondisce il legame tra movimento e spazio. Docente di Storia del Design presso RUFA, è impegnata anche in attività didattiche internazionali, in particolare presso la Hainan Normal University in Cina.

Progetto di ricerca: INNO

Cross Innovation Design for Cultural Industries

Il progetto di ricerca INNO, sviluppato nell’ambito del dottorato RUFA in Cross Innovation Design for Cultural Industries, si concentra sull’elaborazione di una nuova metodologia progettuale in cui il corpo diventa il fulcro del processo creativo.

Partendo dall’analisi del movimento e della relazione fisica con lo spazio, la ricerca mira a esplorare il corpo come strumento attivo e produttore di progetto. L’archivio Olivetti rappresenta un caso studio privilegiato: attraverso l’osservazione delle sue soluzioni di design innovative, si intende sviluppare un sistema metodologico capace di integrare corpo, oggetto, intelligenza artificiale e comunicazione.

Il progetto si articola in una duplice direzione: teorica e applicativa. Da un lato, riflette sulla tattilità come dimensione immateriale e relazionale; dall’altro, si orienta verso la creazione di un dispositivo installativo, capace di connettere spazio museale, città e interazione sensoriale. Al centro di questa visione, l’idea di un allestimento dinamico e vivo, che ridefinisce il concetto di esperienza espositiva.

Tra gli obiettivi finali, l’ideazione di un nuovo “oggetto Olivetti” simbolico, che incarna i principi emersi dalla ricerca: il corpo non solo come interfaccia, ma come generatore e interprete di progettualità.