Un carato

CORSO

Scultura e Installazione


DOCENTE

Simone Cametti



 

 

Il progetto

L’oro è simbolo emblematico di regalità, benessere e sicurezza economica, “valore di preziosità” che gli è stato attribuito dall’uomo, su cui si è basata e si basa la nostra società. In verità la reale preziosità di questo minerale è proprio la sua essenza naturale. “La casa della memoria” doveva essere il museo di San Lorenzo, scrigno prezioso dove custodire fotografie, testimonianze, percorsi culturali della storia antifascista del quartiere. In almeno due occasioni, nel 2004 prima e nel 2009 poi, intorno a quella carcassa di cemento furono eretti cantieri per la ristrutturazione, ma realmente, mai avviati. Questo progetto vuole definire l’importanza di uno spazio come punto di riferimento del quartiere e diventare polo culturale di Roma. A San Lorenzo ogni palazzo parla, racconta qualcosa di quel bombardamento di settanta anni fa. Per questo motivo il mio interesse è focalizzato sulla valorizzazione di questa struttura fatiscente, sulla sua storia, sul ridefinire il sito e ridare all’insieme nuova linfa vitale. Il progetto che vi sottopongo è un’idea che nasce dall’esigenza di approfondire un legame con il passato dimenticato, esaminando tutte le varie soluzioni e trasformare le potenzialità in realtà. La struttura esterna non sarà modificata, sarà visibile ancora lo stesso edificio abbandonato dal 2004, con il suo cemento a vista e le travi di sostegno, per non cancellare le caratteristiche che devono rimanere salde nella memoria collettiva. Il progetto dunque, vuole recuperare la possibilità di dare nuova vita al museo, senza alterare la sua struttura, un potenziale percepito nello scheletro di tubi innocenti e nella mancanza di una copertura idonea, dove gli ingressi al piano terra, bloccati per non permettere che il luogo diventi ricettacolo per spacciatori e tossicodipendenti, possano diventare anche una condizione/pretesto, per definire un nuovo punto di accesso posto al secondo piano. Osservando quello spazio vedo lo svilupparsi di un museo sotto le stelle, precario ma presente proprio lì, a San Lorenzo, un quartiere di Roma crudo e reale. Per questo motivo voglio chiamare “un carato” questo mio progetto.. “un carato” termine che prende origine dal seme di una pianta e che successivamente diventa unità di misura delle pietre preziose e dell’oro… dare una chance anche a quel luogo, a quel contenitore abbandonato, di diventare “un carato”, un luogo prezioso, un vero e proprio centro culturale e piattaforma per l’arte contemporanea.

Il progetto di riqualificazione prende in esame le strutture in tubi innocenti presenti nello stabile, che in questo momento fungono da tiranti per la messa in sicurezza delle pareti e, tramite questa struttura, nasce l’idea per gestire una riqualificazione intelligente e a basso costo. Questo ramificazione di tubi sarà trasformata e definita all’interno come una passerella; sarà una finestra posta al secondo piano, posizionata sulla facciata posteriore del palazzo e raggiungibile tramite una scala, l’unico punto di passaggio aperto 24 ore su 24, quindi l’unico accesso alla passerella e alla mostra. Lo spazio una volta riqualificato, sarà messo a disposizione per esposizioni collettive o personali, tramite bandi di concorso o di selezione, scandito da un calendario di eventi.

Saranno selezionati i progetti più promettenti di artisti emergenti e studenti delle Accademie di belle Arti d’Italia. Il processo di selezione avverrà tramite una commissione esterna che valuterà singolarmente tutti i progetti. La particolarità dello spazio richiamerà l’attenzione dell’artista, che andrà a definire il lavoro sull’importanza dell’ambiente e soprattutto sulla fruibilità dell’opera che potrà esser vista solamente dall’alto verso il basso; in questo modo si potrà creare un’ interazione con lo spazio stesso definendo a tutti gli effetti opere “site specific”.
In occasione degli allestimenti dei lavori, verrà aperto un varco al piano terra, già presente sulla facciata anteriore che si affaccia sulla strada Tiburtina, così da agevolare il passaggio delle opere e relativo allestimento. Una volta ultimati i lavori di preparazione, il varco sarà nuovamente murato.