Performance_Anatomia del colore_Giulia Rosini

Anatomia del colore

Performance di Fine Arts dell’artista Giulia Rosini. A cura del docente Simone Cametti. RUFA Space, 18 – 19 maggio 2022.

 

Testo critico di Valeria De Siero

 
“Colore inonda la macchia, porpora cupo.
Tutto slavato è il resto del corpo,
ha colore di perla.

In un anfratto di rupe
risucchia il mare ossessivamente,
un solo vuoto è perno di tutto il mare.

Non più grande che una mosca
il marchio funesto
striscia già per il muro.

Il cuore si chiude,
il mare cala,
gli specchi sono schermati.”

Con queste parole Sylvia Plath ci rivela il potenziale immaginifico che si cela dietro i diversi stadi di una Contusione. Come la poetessa statunitense, Giulia Rosini è ammaliata da quelle ferite per le loro tonalità, che l’artista raffigura su carta esaltandone i colori. Da questa fascinazione scaturisce la performance, in cui la sua ricerca si estende; non più il cromatismo di una lesione cutanea viene chiamata in causa, bensì quella di alcune parti del corpo.

Nel campo delle arti visive, fin dagli inizi, il corpo e le sue strutture anatomiche, sono stati oggetto di studio; penso ai vari “studio di mani” o a Studio di due piedi di Albrecht Dürer. Si ricercano pose, atteggiamenti di queste parti di corpo, e ancora le varietà delle superfici, pelli giovani o più anziane, o ancora la fisionomia, dita più o meno lunghe, più o meno spesse. Con il lavoro di Giulia Rosini, avviene un passaggio ulteriore che investiga il colore, un colore virtuale e in variazione, che si distacca da quello ordinario di una mano o di un piede, per accogliere sfumature sconosciute.

Ricerca che avviene mediante un trauma: l’artista con un filo di nylon comprime ora la caviglia, ora le dita del piede, ora il polso, ora le falangi. Un’azione violenta.

 
Mi interrogo a questo punto sul significato della parola trauma, termine di derivazione greca che vuol dire “ferita”, e successivamente mi imbatto in una parola molto vicina, un “falso amico”, traum, che in tedesco esprime la parola “sogno”. Entrambi i termini sono legati da un’idea di “passaggio”, di “attraversamento”: come il sogno è il passaggio dalla realtà all’immaginazione, così il trauma è passaggio da una condizione corporea “normale” a una lesione che modifica il corpo.

È un diario intimo, che si costruisce durante l’atto performativo, determinandone la durata. È un diario di appunti del colore del suo corpo, percepito attraverso i suoi occhi.

 
Leggi il testo critico completo di Valeria De Siero
 

Ascolta le parole della protagonista

 

Guarda le immagini della performance

Anatomia del colore
dal 18.05.2022 al 19.05.2022
Via degli Ausoni, 7

Tipologia

  • RUFA Culture

Consigliato per:

  • Fine arts