RUFA protagonista al REF 2025

Performance live, installazioni immersive e realtà virtuale: gli studenti del biennio magistrale in Multimedia Arts and Design portano la creatività RUFA nel cuore del Romaeuropa Festival 2025.

Mostra e Performance Live degli studenti RUFA: Martedì 23 settembre – La Pelanda, Mattatoio – Piazza Orazio Giustiniani, 4, Roma.
 
Romaeuropa Festival 2025, uno degli appuntamenti internazionali più importanti dedicati all’arte contemporanea, alla danza, alla performance, al teatro, alla musica e al cinema, apre le sue porte anche quest’anno alla sperimentazione digitale. Tra i protagonisti ci saranno gli studenti e le studentesse RUFA del biennio magistrale in Multimedia Arts and Design, con progetti che fondono tecnologia, corpo, memoria e suono in un dialogo sensoriale unico.

Inlet Collective – Tre performance LIVE

Inlet è un collettivo interdisciplinare di artisti multimediali con base a Roma, nato dall’esigenza condivisa di esplorare in modo critico il rapporto tra tecnologia, corpo e società. Composto da Rachele Cominella, Angela D’Onghia, Cor Langerak, Lorenzo Tomassucci, Simona Vacca e Marta Zorzan, il gruppo unisce background eterogenei che spaziano dalle arti visive alla performance, dalla progettazione multimediale alla ricerca teorica.

Le tre performance saranno presentate nell’ambito dell’evento curato da Caterina Tomeo per Soundtrack 2025 di Raster Media, che quest’anno ospita cinque dei venti vincitori della call internazionale.

LE TRE PERFORMANCE LIVE DI INLET COLLECTIVE: SCOPRI I DETTAGLI

Angela D’Onghia e Simona Vacca
Basandosi sul lavoro e sulla ricerca di Léa Paintandre, l’audiovisual performance esplora il concetto di corpo come luogo di produzione, ricezione e trasformazione del suono. Seguendo la prospettiva della Fenomenologia della percezione di Maurice Merleau-Ponty, il corpo non è concepito come semplice oggetto fisico, ma come tramite vivo tra il sé e il mondo, spazio di passaggio in cui le esperienze sensoriali prendono forma.
La dimensione visiva si articola su due livelli complementari: da un lato, la scomposizione, ricomposizione e metamorfosi dei corpi — umani e non — che divengono superfici e membrane sonore; dall’altro, l’emanazione dei suoni stessi, che si diffondono e si trasformano in percezioni per chi ascolta. In questo processo, il corpo non è solo rappresentato ma attraversato: come il mare, che è corpo in sé e insieme ambiente, esso diviene spazio di risonanza e soglia percettiva.
L’opera indaga le zone di transizione per evocare una sensibilità che sfugge alla figurazione e si radica invece nel sensoriale, in dialogo diretto con il suono.
Un’esperienza in cui i corpi diventano medium e soglia: produttori ed emettitori, ma anche recettori e trasformatori. Visual a cura di Angela D’onghia e Simona Vacca.

Marta Zorzan e Lorenzo Tomassucci – «Étrange»
Étrange, dedicata al lavoro di Ireen Amnes & Merlin Ettore, guida lo spettatore in un paesaggio mentale simile a un sogno o un incubo, che vibra di luce e suono e in cui geometrie liquide e corpi distorti sono in costante transizione tra il reale e l’astratto. Si tratta di un viaggio sensoriale sul filo tra realtà e immaginazione, indagando temi come la percezione umana e la relatività del tempo.
L’ispirazione per la creazione di questi visual è nata da un appassionato studio di artisti del Novecento, come Salvador Dalí, Moholy-Nagy e Oskar Fischinger, i quali sono stati reinterpretati secondo un’estetica contemporanea. Ci si riferisce, ad esempio, a Max Cooper, artista molto diverso nei media utilizzati, ma molto simile per la sua espressività onirica, eccentrica, colorata e mai statica.
L’opera, di conseguenza, è da vivere come un flusso di coscienza che porta a emozioni alterate, tra un sé conosciuto e un sé sconosciuto, collocandosi sulla soglia liminale tra concreto e astratto e brulicando di figure e colori.

Rachele Cominella e Cor Langerak
La performance è un’indagine audiovisiva sul rapporto tra artificiale e naturale, ispirata alla ricerca di Amit Damig sulla deformazione sonora, le voci ibride e i sistemi dinamici. Repetition, Motion Amplification, feedback e displacement diventano strumenti per rivelare una materia in continua vibrazione, dove macchina, natura e architettura si incontrano e si contaminano.
Ingranaggi metallici e dispositivi meccanici dialogano con acqua, aria, fuoco, vegetazione, ma anche con forme anamorfiche e architetture artificiali costruite dall’uomo. Questi mondi, osservati nei loro micro-movimenti amplificati, mostrano la stessa logica di pulsazioni, oscillazioni e instabilità. Il respiro del vento, lo scintillio del fuoco, le increspature dell’acqua e le vibrazioni di strutture urbane entrano in risonanza con deformazioni sonore e spostamenti visivi, costruendo un paesaggio in cui il vivente e il costruito si fondono.
La ripetizione non è solo meccanicità, ma principio vitale che attraversa ogni materia. Il lavoro genera un linguaggio audiovisivo unitario, dove macchina, natura e architettura si fondono in un organismo ibrido, instabile e generativo.

 

Pascolo Abusivo: «REFrame Pelanda in VR» – la storia del festival in realtà virtuale

Pascolo Abusivo è un collettivo artistico transdisciplinare e multimediale nato nel 2024, composto da cinque artistə emergenti provenienti dalla scena romana e italiana. Il collettivo si concentra sull’esplorazione dell’esperienza umana contemporanea attraverso un mix di pensiero critico, attivismo collettivo e sperimentazione.
Superando i confini delle esperienze immersive, delle performance luminose e sonore e del VJing, Pascolo Abusivo adotta un approccio fondato su una ricerca profonda e sulla sperimentazione.
Con sede a Roma e attivo in Italia, Pascolo Abusivo incarna le menti e i corpi di Silvia Baldo, Elisa Catalano, Annarita Debellis, Giuseppe Di Capua e Raffaele Esposito.
In occasione del REF 2025, Pascolo Abusivo propone «REFrame Pelanda in VR», un’esperienza immersiva che accompagna il pubblico in un viaggio tra le decadi del Romaeuropa Festival. Attraverso un visore VR, lo spettatore attraversa ambienti tridimensionali dedicati ai momenti più iconici della manifestazione: ogni spazio è un paesaggio interattivo, popolato da oggetti e locandine che riattivano la memoria visiva e sonora di quarant’anni di storia.

Il gesto di attraversamento, trasformato in un’azione di gioco, diventa metafora del continuo rinnovarsi del festival. Il percorso culmina in un ambiente conclusivo che raccoglie le opere realizzate nel tempo dai diversi corsi RUFA, offrendo una prospettiva nuova e partecipata sul passato e sul futuro della manifestazione.
 

 

Con queste opere, gli studenti RUFA dimostrano come l’arte multimediale possa essere al tempo stesso riflessione critica, sperimentazione tecnologica e coinvolgimento emotivo. Romaeuropa Festival diventa così non solo palcoscenico, ma anche laboratorio vivo, in cui nuove generazioni di artisti ridefiniscono i confini della percezione.

 
Scopri il programma completo del Romaeuropa Festival 2025

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23.09.2025
Piazza Orazio Giustiniani, 4, 00153 Roma RM

Tipologia

  • RUFA Culture

Consigliato per:

  • Multimedia Arts and Design